Poco più di un anno fa, esattamente il 25 dicembre 2021, il James Webb Space Telescope (JWST), un telescopio spaziale per l’astronomia a raggi infrarossi, veniva lanciato nello spazio. Appellato da molti come il successore di Hubble è attualmente il più grande telescopio mai inviato nello spazio, con uno specchio primario di ben 6,5 metri.
La missione principale di questo telescopio è lo studio dell’Universo e della sua evoluzione, possibile proprio grazie alla particolare frequenza elettromagnetica che è in grado di analizzare.
Sappiamo infatti che l’Universo è in costante espansione, quindi anche la luce dei corpi nello spazio profondo è in allontanamento. Quando però una radiazione elettromagnetica è in movimento rispetto ad un osservatore la sua lunghezza d’onda e la sua frequenza subiscono una variazione apparente.
Nel caso in cui la sorgente luminosa si allontani dall’osservatore si ha il cosiddetto redshift o spostamento verso il rosso, ovvero la lunghezza d’onda della radiazione appare maggiore mentre la frequenza appare minore, spostandosi nella frequenza dell’infrarosso. Il fenomeno non è altro che un esempio dell’effetto Doppler.
Webb però oltre ad essere enorme è anche potentissimo, quindi è in grado di concentrarsi per analizzare nel dettaglio obiettivi più vicini a seconda delle necessità e delle richieste dei ricercatori.
In questo caso a seguito di una segnalazione del Transiting Exoplanet Survey Satellite (TESS) riguardo un possibile esopianeta simile alla Terra, gli scienziati hanno fatto rivolgere l’attenzione di Webb verso la costellazione dell’Ottante, sede del polo sud celeste.
Qui infatti TESS aveva notato una diminuzione di luminosità della curva di luce della nana rossa LHS-475. Dopo un periodo di osservazione Webb ha confermato i sospetti di TESS, sempre utilizzando il metodo indiretto del transito.
Questo metodo si basa sul fatto che ogni volta che un pianeta si trova nella stessa direzione di vista dell’osservatore e a davanti alla sua stella ospite, causa un abbassamento periodico della sua luminosità che dipende dalla dimensione del pianeta stesso. Infatti parte della luminosità della stella madre è bloccata dalla presenza del pianeta che si frappone tra l’osservatore e la stella.
Il nuovo pianeta extrasolare si chiama LHS-475b, situato a soli 41 anni luce da noi e la sua scoperta è stata presentata mercoledì 11 gennaio 2023 al 241esimo incontro dell’American Astronomical Society (AAS). A quanto pare LHS-475b è un piccolo pianeta roccioso, di dimensioni simili alla Terra.
La potenza di Webb però non si limita a queste informazioni, difatti il JWST è al momento l’unico telescopio operativo in grado di caratterizzare le atmosfere degli esopianeti di tipo Super Terra.
Il telescopio ha già inviato ai ricercatori i dati da analizzare per verificare se quindi questo nuovo esopianeta sia dotato o meno di atmosfera e nel caso da cosa è costituita. In attesa di risultati confermati sembra che comunque l’ipotesi più probabile sia che LHS-475b abbia un’atmosfera composta quasi unicamente da anidride carbonica come quella di Venere.