Il suo canto melodioso, simile a quello del merlo, domina in estate in tutti i boschi del continente europeo. Pur essendo molto piccolo è un uccello molto astuto. Stiamo parlando della capinera, nome scientifico Sylvia atricapilla, un uccello eriforme della famiglia Sylviidae.
Una delle caratteristiche principali di questa specie è l’evidente differenza fra il maschio, caratterizzato da una colorazione nera sulla testa, e la femmina, riconoscibile dal colore marrone.
Lungo al massimo una quindicina di centimetri per un peso che raramente raggiunge i 25 grammi, è ricoperto da piume grigie, con becco e zampe scure.
La capinera si nutre principalmente di bacche ed insetti e ogni anno, tra maggio e giugno, depone due covate da 4/5 uova nel nido. Quest’ultimo viene realizzato dal maschio. La capinera maschio è un ottimo padre che contribuisce poi sia alla cova che all’assistenza ai pulcini dopo la schiusa.
I piccoli nascono dopo circa quindici giorni, pronti ad essere accuditi da entrambi i genitori almeno per un’altra decina di giorni. In seguito abbandoneranno il nido, pur venendo ancora imbeccati per qualche settimana fino a che non raggiungeranno la piena autosufficienza.
La maggior parte delle capinere che vediamo sul territorio italiano sono migratrici, ben pochi sono gli esemplari che decidono di stanziare in Italia, anche durante l’inverno.
Molti esemplari nidificanti, durante l’inverno si spostano verso l’Africa, oltre il Sahara, alla ricerca di climi più caldi e habitat idonei alla loro alimentazione. Al Sud e sulle Isole Maggiori gli esemplari di capinera effettuano una migrazione a più corto raggio, spostandosi verso la costa del Nord Africa.
Osservare il comportamento di una capinera è davvero un compito molto arduo. Questi uccelli, pur essendo molto vivaci e in continuo movimento, rimangono molto prudenti.
ano gran parte del proprio tempo saltando fra un ramo e l’altro, nascosti dal fogliame, da dove si ripara e osserva con attenzione l’arrivo di possibili pericoli o eventuali predatori. Spesso si sente il suo canto melodioso, ma è quasi impossibile osservarla.
Apprezza particolarmente l’edera, che le offre al contempo sia un rifugio nel quale nascondersi che sostentamento alimentare, grazie alle bacche di cui la capinera è ghiotta e ai numerosi insetti che si nascondono tra le sue foglie.
La capinera è un uccello molto astuto. Si è visto come per difendere i propri pulli, dagli attacchi dei predatori, tende a fingersi ferita, con lo scopo di distogliere l’attenzione dai piccoli inermi nel nido.
Dopo aver attirato a distanza il nemico affinché non possa più nuocere alla prole, al momento dell’attacco la capinera riprende rapidamente il suo volo.
L’incredibile canto melodioso di questo uccello ha ispirato nel tempo tanti poeti, letterati e musicisti. Su tutti sono celebri le poesie “La capinera”, scritta da Giovanni Pascoli, o “Storia di una capinera”, di Giovanni Verga. Si narra che la capinera fosse anche molto cara a San sco d’Assisi.