Nelle grandi città, negli ultimi anni, sono proliferati i panifici che producono il pane utilizzando tecniche più tradizionali. Nei centri urbani il pane industriale sta cedendo il o a pani dalla consistenza croccante all'esterno e dalla mollica vellutata, con un sapore che ricorda il pane della nonna, caratteristiche che attraggono sempre più clienti.
Il pane è senza dubbio uno degli alimenti base della dieta mediterranea. Ma come si spiega la rinascita di un pane “più pesante” a discapito di un pane preparato in modo più rapido ed efficiente?
Perché questo tipo di pane, più tradizionale, è sempre più di moda negli ambienti urbani? La scienza cerca di dare risposte semplici a queste domande affinché tutti possano comprendere le particolarità di questo alimento in continua innovazione.
Il pane è senza dubbio uno degli alimenti base della dieta mediterranea. È protagonista nella vita della maggior parte degli italiani, come il riso in Asia o il mais in America Latina. Solo i celiaci, o anche coloro che sono allergici o intolleranti al glutine, non considerano il pane come un'opzione nella loro dieta quotidiana e anche loro ormai riescono a trovare (o addirittura a produrre) delle alternative piuttosto valide.
Da qui il suo enorme successo fino ad oggi. Negli ultimi anni il consumo eccessivo ha portato quasi alla “demonizzazione” di questo alimento. Il suo ruolo fondamentale è stato messo in discussione, essenzialmente a causa, da un lato, delle modalità di consumo e, dall'altro, dell'industrializzazione delle ricette. Si può dire che il pane, alimento base, abbia perso qualità e sia stato abbandonato.
Tuttavia, il ritorno alle origini, sia dal punto di vista delle ricette che dell'uso e della manipolazione delle materie prime, ha fatto sì che la diffidenza lasciasse il posto alla nostalgia. Per alcuni, la possibilità di assaggiare un pane che ha esattamente lo stesso sapore di quello che mangiavano da bambini è impagabile.
La “cura” con cui viene sviluppato il processo di panificazione da una nuova generazione di fornai rende questa attività qualcosa di molto più gratificante del mero aspetto economico.
Il lievito madre gioca un ruolo fondamentale in questo nuovo paradigma della panificazione. Per i fornai, questo lievito naturale è più di un semplice ingrediente. Il lievito madre è considerato un patrimonio culturale, qualcosa che definisce la consistenza e il sapore del pane, in pratica il dettaglio che distingue il pane "fatto in casa" dal pane industriale.
Ma il lievito madre non è una novità; si tratta infatti di una delle forme più antiche di pane lievitato. Insieme all’uso di lieviti naturali di qualità superiore, abbiamo visto anche la dignità di alcune farine che fino a poco tempo fa erano considerate i “brutti anatroccoli” della panificazione, come quella di carruba o addirittura di segale.
In breve, la domanda di ciò che è nutriente, sano e sostenibile è in continua crescita. Coltivare il lievito naturale, con tutte le cure che ne conseguono, è in linea con uno stile di vita più tranquillo, un modo per evadere dalla vita moderna, spesso frenetica. Sono sempre di più, quindi, i “fornai amatoriali” che partecipano a laboratori di panificazione e producono il proprio pane, comodamente a casa.
Lo svantaggio principale di questa nuova tendenza è legato al prezzo più elevato, giustificato dalla qualità pregiata sia delle materie prime che del prodotto finale. Ma in che misura queste panetterie non producono e vendono solo a una piccola parte della popolazione urbana?
In ogni caso, non dimenticatevi di provarlo, di dare un'altra possibilità al pane, un alimento che, consumato nella giusta quantità, può riconnetterci alla nostra storia e alla nostra cultura.