C'è un antico paesino medievale non lontano da Roma, dove si fondono storia, natura, geologia e paesaggi magnifici. Un luogo perfetto per una gita di primavera, e che ci permetterà di scoprire la Tuscia viterbese, nell'Alto Lazio.
Il piccolo paese è oggi noto come "la città che muore", perché posizionato su una collina circondata da calanchi, formazioni spettacolari legate all'erosione dell'argilla.
Con il are del tempo, l'erosione sta letteralmente assediando il piccolo paese arroccato, sgretolandone i bordi in maniera lenta ma inesorabile. Il paese è ormai isolato dal resto del territorio, e l'unico modo per accedervi è attraverso un ponte costruito negli ultimi decenni.
Stiamo parlando di Civita di Bagnoregio, località fondata duemilacinquecento anni fa dagli Etruschi lungo una importante via che collegava il lago di Bolsena al Tevere, e dove oggi, a causa dell'erosione che sta portando alla scomparsa del centro, risiedono soltanto sedici persone. Il paese però è visitato ogni anno da migliaia di persone, molte delle quali sono turisti stranieri, attratte da una serie di elementi.
Tra i primi, come spesso accade in Italia, dove sono frequentissimi i piccoli paesi dall'estetica medievale ancora intatta arroccati su rupi e colline, c'è la cornice paesaggistica.
Civita di Bagnoregio si trova arroccata su uno sperone roccioso di roccia vulcanica, nota come tufo, dando un effetto paesaggistico suggestivo e molto bello.
Questa rupe di roccia vulcanica è però poggiata su strati argillosi che l'acqua erode lentamente ed inesorabilmente, portando al crollo della parte di roccia superiore e generando i calanchi. Il progressivo crollo delle rocce vulcaniche su cui è stato edificato il borgo sta progressivamente rosicchiando l'antico paese dai suoi bordi.
La cornice regalata da questo borgo arroccato, immerso in una zona di calanchi (un tipo di paesaggio particolare), collegato al resto del territorio soltanto grazie a un ponte pedonale, è certamente unica.
La cosa più bella da fare in questo piccolo paese è eggiare ed esplorare. eggiare per le sue strette viuzze è come fare un viaggio nel tempo: case in pietra vulcanica, come accade in molti altri centri abitati dell'area, archi medievali e piccole piazze, terrazze che si affacciano su panorami mozzafiato.
Non mancano botteghe artigiane e piccole trattorie dove gustare piatti tipici della cucina locale.
Il Museo, ubicato al secondo piano di Palazzo Alemanni - Mazzocchi, di epoca rinascimentale, in piazza San Donato, Civita di Bagnoregio, illustra l'evoluzione e la geologia del territorio di Civita di Bagnoregio e della Valle dei Calanchi, i processi di instabilità in atto sui versanti, le opere di monitoraggio e di stabilizzazione, le frane storiche, la storia e la lotta di Civita per la sua sopravvivenza.
Allargando il campo visivo da Civita di Bagnoregio, possiamo scoprire molte altre cose di questo territorio. In lontananza entra in scena il profilo degli Appennini, che si possono vedere nelle giornate più limpide verso est.
Verso sud, invece, si innalza il Monte Cimino, parte di un antico vulcano ormai spento, oggi ricoperto di boschi. A poca distanza da Civita di Bagnoregio scorre inoltre il Tevere, che segna il confine tra Lazio e Umbria, e che dà luogo a una grande valle fluviale molto fertile.
Civita di Bagnoregio è solo uno dei tantissimi luoghi da visitare nell'area, che richiedono nuove escursioni e nuove visite. Ci troviamo infatti nel cuore della Tuscia viterbese, un luogo ricchissimo di testimonianze etrusche, ma anche di paesi dove le case di origine medievale sono ancora diffuse.
In quest'area, inoltre, domina la presenza di terreni e rocce vulcaniche, dovute alle eruzioni dei vulcani Sabatini, spenti ormai da decine di migliaia di anni, un tempo geologico davvero recente.
Questa presenza vulcanica si può notare nelle pietre usate per costruire le case, che sono di colore marrone e rossastro, e chiamate "tufi". Tipici nella costruzione sono mattoncini di tufo chiamati popolarmente tufetti, che garantiscono alle case un maggior isolamento dal caldo in estate.
Da non perdere poi, vicino Civita, il Parco di Bomarzo, anche conosciuto come il Sacro Bosco o Parco dei Mostri. Questo parco, immerso in un’atmosfera quasi surreale, è un giardino rinascimentale realizzato nel XVI secolo, popolato da statue enigmatiche e grottesche scolpite nella pietra.