Fino a pochi mesi fa il sud dell'Ucraina era un vero rifugio naturale. Le sue zone umide, paludi e foreste ospitavano migliaia di specie, un vasto ecosistema alla foce del fiume Dnepr. Oggi è tutto molto diverso: è ato dall'essere un enorme centro ecologico a una zona di offensiva russa catastrofica.
Secondo Yevheniia Zasiadko, ecologista ucraina di Ecoaction, ci vorranno almeno 20 anni per recuperare lo spazio naturale danneggiato. Prima ci sono stati i bombardamenti di depositi di carburante e fabbriche, che hanno fatto salire alle stelle l'inquinamento dell'aria, del suolo e dell'acqua. Adesso si parla anche di incendi irreversibili e di milioni di persone in fuga.
Si può parlare di ecocidio, di fronte ad almeno 200 evidenze di questo crimine ecologico. Secondo l'Ucraina, non resta che affidarsi alla Commissione di compensazione delle Nazioni Unite, che sta valutando questa situazione e con la quale si potrebbero compensare le perdite di risorse naturali. Ma tutto questo dipenderebbe dal Consiglio di sicurezza dell'Onu, dove la Russia ha il potere di veto.
Secondo gli ambientalisti, la principale minaccia per l'ambiente è l'impatto dei combattimenti sugli impianti industriali. Ad esempio, il lungo bombardamento di Azovstal, uno dei più grandi centri militari d'Europa, ha rilasciato nell'atmosfera, nel suolo e nell'acqua una quantità incalcolabile di sostanze tossiche.
Large fires visible close to two important protected #biodiversity areas in #Kherson oblast #Ukraine yesterday: Chernomorskiy #Biosphere Reserve and Biloberezhia Sviatoslava national park, part of the Kinburnska Kosa spit conservation area. #ForNature 1/x pic.twitter.com/6aCs9AJgzM
— Conflict and Environment Observatory (CEOBS) (@detoxconflict) May 10, 2022
Gli incendi sono in corso dal 24 febbraio (data di inizio della guerra) e non solo, la difficoltà nel calcolare l'impatto dell'inquinamento è sempre più grande, per molte ragioni. Gli ambientalisti affermano che questo livello di distruzione non si vedeva da molto tempo.
L'Ucraina è uno dei paesi esportatori di grano più importanti al mondo. Ora, il sud del Paese sta affrontando l'infiltrazione delle sostanze tossiche lasciate dagli attacchi. Inoltre i bombardamenti hanno lasciato 1,4 milioni di persone senza acqua e 4,6 milioni con accesso limitato. La competizione per le risorse è sempre più grande e l'accesso ad esse è piuttosto difficile.
La guerra ha causato lo sfollamento di otto milioni di persone verso ovest. Un'azione che favorisce l'uso massiccio del legno nelle foreste come metodo di riscaldamento. Insomma, spazi naturali, culturali e spirituali che, nemmeno a lungo termine, potrebbero tornare ad essere come prima.